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ROMINA BASSU
Panopticon
a cura di Manrica Rotili
Studio SALES di Norberto Ruggeri
OPENING DIFFUSO: venerdì, 12 – domenica 14 maggio 2023 – dalle 11:00 alle 20:00
Dal 15 maggio 2023 al 14 luglio 2023
Il controllo subdolamente oppressivo dello sguardo oggettivante, interiorizzato e automatizzato, lo sdoppiamento dell’io femminile, il perturbante: questi i temi cardine sui quali si incentrano i lavori della terza personale di Romina Bassu a Studio SALES di Norberto Ruggeri a cura di Manrica Rotili.
Un panottico è un edificio in cui si trova un dispositivo di sorveglianza centrale capace di tenere sotto controllo l’intera area. Questo schema, spesso applicato alle carceri, genera un meccanismo di potere e controllo invisibile. Chi osserva dalla torre centrale può monitorare tutti senza essere mai visto, mentre chi viene osservato applica una sorta di auto-sorveglianza e di auto-controllo nel dubbio di essere visto e quindi punito.
Romina Bassu suggerisce un concetto analogo sul piano simbolico, rievocando l’idea di auto-sorveglianza: le donne, come i detenuti di un Panopticon, hanno storicamente subito un costante controllo dello sguardo, lo sguardo maschile. Questa condizione ha portato inevitabilmente all’interiorizzazione di tale controllo con una conseguente frattura dell’io femminile: la donna arriva a considerare nella percezione del proprio sé sia un sorvegliante che un sorvegliato.
Questo passaggio dall’oggettivazione all’auto-oggettivazione ha caratterizzato l’evoluzione del lavoro di Romina Bassu. Le opere della sua prima personale a Studio SALES, Male gaze, raffiguravano l’universo femminile dalla prospettiva di uno sguardo esterno, maschile ed eterosessuale. Le opere di Panopticon ritraggono la donna che ha interiorizzato questo sguardo e osserva se stessa in quel fenomeno definito body monitoring, ovvero l’abitudine di monitorare il proprio corpo in funzione di come dovrebbe apparire.
Lo sguardo diventa interno. Le donne applicano il male gaze prima di tutto su se stesse e poi anche sulle altre, giudicandole, mettendo in atto una specie di polizia della bellezza. È il male gaze normalizzato che emerge come una sorta di alter ego interno che ci fa apprezzare e disprezzare, non in base al nostro gusto o sentire autentico, ma come risultato della summa di quell’immaginario femminile che ci è stato propinato negli anni.
In questa nuova serie di acrilici Romina Bassu racconta la difficoltà emotiva di questa percezione, riconducibile a uno sdoppiamento interno. Nell’opera Blind Spot due donne si accingono ad indossare un impermeabile che, come una seconda pelle, contiene a fatica questo duo ingombrante. Una convivenza scomoda che difficilmente troverà una posizione che accontenti entrambe le protagoniste. In Sphinx due figure femminili indossano con austerità un completo che ricorda una divisa, sono simili ma non identiche e come due guardie carcerarie a confronto non lasciano capire chi controlla chi, una presenza vagamente gemellare che ispeziona. Nei doppi di Panopticon c’è familiarità e una celata rivalità, un incontro che rischia costantemente di diventare scontro. L’elemento dell’ombra ritorna come in tutta la poetica dell’artista, ma ora assume maggiore rilevanza diventando presenza autonoma.
L’ombra e il sosia diventano le proiezioni di questa condizione di alienazione: la donna deve guardarsi di continuo, è quasi costantemente accompagnata dall’immagine che ha di se stessa, un’immagine rovesciata e perturbante.
Manrica Rotili
Maggio 2023