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Eva Marisaldi è nata a Bologna nel 1966, dove attualmente vive e lavora. Artista riconosciuta internazionalmente, le sono state dedicate personali a EX3 Centro per l’Arte Contemporanea di Firenze e alla Fondazione Spinola Banna di Torino (2010), al MAMbo di Bologna (2007), all’International Animation Film Festival di Annency (2006), al MART di Trento e Rovereto (2005), al MAMCO di Ginevra (2003), al Centro Nazionale per le Arti Contemporanee di Roma (2002), alla GAM di Torino (2002), alla GAM di Bologna (1999). Ha partecipato inoltre a numerose collettive: EX3 Centro per l’Arte Contemporanea, Firenze (2012); MAXXI, Roma (2011); Tate Modern, Londra (2010); Galleria Comunale D’Arte Contemporanea, Monfalcone (2009); Museion di Bolzano e MAMbo di Bologna (2008); Tel Aviv Museum of Art (2007); Fine Arts Museum, Hanoi (2006); GNAM, Roma (2005); Hangar Bicocca, Milano (2005); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2005); PAN di Napoli (2005); Museo Cantonale d’Arte di Lugano (2004); Mori Art Museum, Tokyo (2003); Castello di Rivoli, Torino (2003); GAMEC di Bergamo (2001); 49° Biennale di Venezia (2001); MAMCO di Ginevra (2001); Biennial of Istanbul 6 e Biennial of Alexandria, Alexandria (1999); ICA, Londra (1997). Nel 2012 l’artista ha preso parte a dOCUMENTA (13) The Wordly House. Fin dai suoi esordi Eva Marisaldi si è imposta all’attenzione della critica non solo italiana – per la sua ricerca condotta sul filo di un sottile e disincantato gioco intellettuale sviluppato tra le trame di un lavoro poliedrico, quanto per la scelta del linguaggio e dei media di volta in volta sperimentati. Passa dal disegno al video, dall’installazione alla fotografia e alla scultura. Eva Marisaldi parte ogni volta dal dato ambientale per costruire un sentiero che si struttura sul piano fisico e/o linguistico, costruendo mostre in cui l’artista sembra voler accompagnare lo spettatore all’osservazione dell’opera, proponendogli scelte o, al contrario, limitandolo con dei vincoli. In questo modo, la tematica delle modalità in cui opera il potere della dicotomia tra libertà e costrizione, dell’ineluttabilità della scelta e dell’analisi dei riflessi sociali e civili che tutto ciò comporta, sono trasposte dal piano contenutistico al piano formale dell’opera. Con l’evolvere della sua ricerca artistica, Eva Marisaldi è passata a popolare i suoi ambienti di personaggi che non sono più soltanto gli spettatori, ma sue creazioni, testimoni di una gestualità bloccata e di volizioni illuse. Pur private dell’incanto, le opere di Eva Marisaldi testimoniano un gesto artistico che fa scaturire il romanticismo, non da una deriva sentimentalista, ma da quelle forme di cinismo costruttivo capaci di far guardare al reale senza darlo per scontato.
Eva Marisaldi was born in Bologna in 1966, where she currently lives and works. Internationally recognised, she has had shows at EX3 Centro per l’Arte Contemporanea, Florence and at Fondazione Spinola Banna, Turin (2010), at MAMbo, Bologna (2007), at International Animation Film Festival, Annency (2006), at MART of Trento and Rovereto (2005), at MAMCO, Geneva (2003), at Centro Nazionale per le Arti Contemporanee, Rome (2002), at GAM, Turin (2002) and at GAM, Bologna (1999). She has also taken part in numerous collective exhibitions: EX3 Centro per l’Arte Contemporanea, Florence (2012); MAXXI, Rome (2011); Tate Modern, London (2010); Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Monfalcone (2009); Museion of Bolzano (2008); MAMbo, Bologna (2008); Tel Aviv Museum of Art (2007); Fine Arts Museum of Hanoi (2006); GNAM, Rome (2005); Hangar Bicocca, Milan (2005); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Turin (2005); PAN, Naples (2005); Museo Cantonale dArte, Lugano (2004); Mori Art Museum, Tokyo (2003); Castello di Rivoli, Turin (2003); GAMEC , Bergamo (2001); the 49th Venice Biennale, MAMCO, Geneva (2001); the Biennial of Istanbul 6 and the Biennial of Alexandria (1999); ICA, London (1997). In 2012 the artist took part at dOCUMENTA (13) The Wordly House. Right from her debut Eva Marisaldi attracted the attention of critics not only in Italy for her research along the lines of a subtle and disenchanted intellectual game developed among the weaves work that is multifaceted in terms of choice of language and of the various media experimented with. She moved from drawing to video, from installation to photography and sculpture. Eva Marisaldi sets out each time from the environmental datum in order to construct a path structured on the physical and/or linguistic plane, building up exhibitions in which the artist seems to want to accompany spectators in observation of the work, suggesting choices or contrarily limiting them with obstacles. In this way, the theme of the ways in which power operates the dichotomy of freedom and obligation, the ineluctability of the choice and analysis of social and civic repercussions which all this involves, are transposed from the content plane to the formal plane of the work. With the evolution of her artistic research Eva Marisaldi has passed on to populating her environments with characters who are no longer solely spectators but her own creations, witnesses of a blocked gesturality and deluded volitions. Though deprived of enchantment, the works of Eva Marisaldi bear witness to an artistic gesture that triggers romanticism, not of a sentimentalist drift but of those forms of constructive cynicism that can make us look at the real without taking it for granted.